Daniele Passarella
È una mattina come un’altra alle fonderie Ozanam.
Il caldo toglie il fiato, si prospetta l’ennesima estate più calda degli ultimi trent’anni.
Lente nuvole nascondono il sole, bisogna innaffiare le piante del cortile, la terra è asciutta e per via del calore bevono più del solito.
Luca esce, con il tubo dell’acqua in mano, apre il rubinetto e proprio quando sta per far partire il getto d’acqua si blocca, la bocca spalancata dallo stupore.
In ogni vaso, vicino ogni pianta, è stata infilata una piuma d’uccello.
Si guarda intorno, il cortile sembra essere deserto, avanza silenzioso fino a quando non sente una porta aprirsi e chiudersi.
Una signora sulla sessantina è appena uscita dall’Asl.
Si guardano e lui le sorride per un attimo, un frangente che crea l’occasione. Scusi, ha per caso visto qualcuno mettere queste piume nei vasi? La signora inclina leggermente la testa, poi la scuote. No, c’ero solo io nessun altro. Okay, grazie.
Nessuna traccia del colpevole.
Luca rientra e riferisce a Loris e Mimmo la questione. La pista tribù indiana viene esclusa subito, si sa che in Italia non esistono. Si pensa allora a qualche ragazzino dell’estate ragazzi, sarà stato un gioco oppure uno scherzo. Togliamole. La discussione si chiude. È un incidente di percorso. Un evento tanto bizzarro quanto casuale.
Passa qualche giorno.
È pomeriggio inoltrato. Il vento forte traina nuvole grigie dall’orizzonte. Si prospetta un temporale estivo in piena regola. Grosse gocce cadono sull’asfalto ancora rovente. L’odore di umidità prende il naso. Luca e Loris si fiondano in cortile, i teli in mano pronti a coprire le piante. Se grandina sarebbe un disastro.
Ancora le piume. Se ne stanno lì, fiere, mosse dal vento. Rimangono a guardarle fermi per qualche secondo poi scattano, non c’è tempo. Il temporale corre e sta scaricando tutta la sua ira. Fradici le coprono per poi rintanarsi nella cooperativa.
Un dubbio si insinua. Che sia uno dei nostri? Sì, ma perché?
Deve esserci sempre un motivo dietro le azioni?! Decidono di lasciar passare qualche giorno e di monitorare la vicenda. Ormai sono curiosi di sapere chi è il colpevole ma soprattutto cosa lo spinga a raccogliere penne di volatili ed infilarne nei nostri vasi.
Passano le settimane, i mesi.
Le penne compaiono e scompaiono senza che dietro ci sia un disegno, un progetto. Tutto sembra essere mosso da casualità, caos.
Il dubbio questa volta però si allarga, fino a diventare un sospetto. Un altro mistero aleggia nella cooperativa nello stesso periodo delle piume. Spariscono le chiavi. Che siano degli armadietti, del ristorante o dei furgoni, non c’è distinzione. Svaniscono nel nulla per poi ricomparire in posti bizzarri come i cassetti della cucina.
Forse è lui. Sussurra Mimmo a Loris. Un membro della cooperativa che sta male, lo si capisce dai suoi comportamenti. È sempre stato molto gentile, disponibile, sorridente mentre ultimamente non fa che starsene sulle sue, è duro nei modi, silenzioso.
Una mattina, arrivati prima degli altri decidono di osservarlo di nascosto. Arriva nel cortile, si piega, raccoglie la piuma e la infila.
Mistero svelato. La soluzione è davanti agli occhi. Sorridono ma tacciono.
Un paio di mesi dopo non sono più comparse e con loro è sparito il suo cattivo umore.
Avrebbero fortemente voluto indagare sulle motivazioni, sul perché proprio le piume. Sapere se dietro ci fosse la volontà di abbellire il cortile o se decorare le piante generasse in lui una sensazione di benessere, di pace. Hanno deciso però di non insistere, ci sono cose che non si vogliono raccontare, che imbarazzano, che perdono la magia ed il mistero se svelati.
È giusto che ognuno pensi con la sua testa. Che si faccia una sua idea.
Io ho la mia, è me la tengo stretta.